I Protocolli dei Savi di Sion, tra storia e mito, riappaiono più volte nella letteratura di cospirazione contemporanea

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I Protocolli dei Savi di Sion

~ di Cristina Amoroso ~ Il Faro sul Mondo ~

A distanza di 111 anni I Protocolli dei Savi di Sion, considerati la prima opera della moderna letteratura cospirativa, sono  ancora ampiamente disponibili oggi, come un documento vero e proprio, sia su Internet  sia in stampa in numerose lingue, nonostante siano da più parti descritti come  “documento truffaldino usato come pretesto e giustificazione per l’antisemitismo nella prima metà del XX secolo” (Enciclopedia Britannica).

I Protocolli documentano il verbale di una riunione alla fine del 19° secolo di leader ebrei che discutono il loro obiettivo di egemonia ebraica globale, sovvertendo la morale delle genti e controllando la stampa e le economie del mondo.

Furono pubblicati in Russia nel 1903, tradotti in più lingue, diffusi a livello internazionale nella prima parte del 20° secolo. Henry Ford finanziò la stampa di 500mila copie che furono distribuite negli Stati Uniti nel 1920.

Adolf Hitler e i nazisti pubblicizzarono  il testo come se fosse un documento valido, anche se era già stato considerato un falso. Dopo che il Partito nazista salì al potere nel 1933, il testo divenne oggetto di  studio nelle aule tedesche. Per lo storico Norman Cohn furono I Protocolli a suggerire ad Hitler la sua principale giustificazione per l’avvio dell’Olocausto.

Originariamente prodotto in Russia tra il 1897 e il 1903, probabilmente da Pyotr Ivanovich Rachkovsky, capo dell’ufficio di Parigi della polizia segreta russa, con i suoi 24 Protocolli ebbe tre edizioni in Russia tra il 1903 e il 1906 e servì come strumento degli ebrei capri espiatori, accusati dai monarchici per la sconfitta nella guerra russo-giapponese e la Rivoluzione russa del 1905. Dopo la Rivoluzione Russa del 1917, i russi bianchi fuggirono verso l’Occidente, trasportando questo testo che assunse un nuovo scopo.

Fino ad allora i Protocolli erano rimasti oscuri; erano ormai uno strumento per incolpare gli ebrei della Rivoluzione russa, un’arma politica usata contro i Bolshevikis raffigurati come ebrei soprattutto, presumibilmente l’esecuzione del “piano” incarnato nei protocolli. Lo scopo era quello di screditare la Rivoluzione d’Ottobre, impedire all’Occidente di riconoscere l’Unione Sovietica e portare la caduta del regime di Vladimir Lenin.

Dal 1921 quando per la prima volta il Times parlò di falsificazione, si sono succeduti molti autori a dimostrare il falso letterario oppure a utilizzare i Protocolli come fantascienza nel genere di lettteratura, come Umberto Eco nel suo romanzo Il Pendolo di Foucault del 1988 e nel 1994 nel capitolo sesto, “Protocolli fittizi” in  Six Walks in the Fictional Woods e nel suo romanzo Il Cimitero di Praga del 2010.

I Protocolli sono ampiamente considerati influenti nello sviluppo di altre teorie del complotto, e riappaiono più volte nella letteratura di cospirazione contemporanea, come Rule by Secrecy di Jim Marrs, che esamina i segreti più gelosamente custoditi al mondo, tracciando la storia delle società clandestine e il potere che hanno esercitato – dagli antichi misteri alle moderne teorie della cospirazione. Egli dà la prova che i motori e gli agitatori del mondo colludono nascosti per avviare e fermare le guerre, manipolare i mercati azionari, mantenere le distinzioni di classe e censurare le notizie.

Alcune edizioni recenti affermano che gli “ebrei” raffigurati nei protocolli sono un’identità di copertura per altri cospiratori come gli Illuminati, i massoni, il Priorato di Sion, o anche, secondo l’opinione di David Icke, “entità extra- dimensionali”.

Non è questa la sede di seguire tutte le edizioni dell’opera nei vari Paesi che ne hanno seguito la storia e le implicazioni politiche e giudiziarie. Sta di fatto che i Protocolli di Sion hanno lasciato impronte contemporanee sulle teorie del Nuovo Ordine Mondiale.

Dalla Seconda Guerra Mondiale i governi o i leader politici in molte parti del mondo non hanno fatto riferimento ai Protocolli.

Fonte: http://www.ilfarosulmondo.it/wp/i-protocolli-dei-savi-di-sion/

TSL – 2/2/2014

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TESTO INTEGRALE DEI

PROTOCOLLI  DEI  SAVI  DI  SION

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2 Responses to I Protocolli dei Savi di Sion, tra storia e mito, riappaiono più volte nella letteratura di cospirazione contemporanea

  1. Rudolf05 says:

    I Protocolli sono un dato di fatto. Quello che potrebbe essere messo in discussione, non è la veridicità, o la rilevanza dei contenuti, men che meno la loro rispondenza alla realtà che è comprovata. Non sono tratti da un’unica opera organiza: ecco l’unica critica che può essere mossa loro. D’altro canto, il fatto stesso che per tentare di opporcisivi si tiri in ballo un pirandelliano “antisemitismo” è la “supercazzola” finale che conferma la validità dell’opera. Giova ricordare che gli unici veri Anti-semiti sono gli ebrei sionisti ed i loro goyim ebraicizzati. A loro va rivolta, senza sosta, l’accusa che falsamente viene da loro usata per insozzare indebitamente chi a loro si oppone.

    • Completamente daccordo.
      Diversi anni fa avevamo giá cercato di spiegare il diverso significato di vari termini usati per confondere le idee (http://www.terrasantalibera.org/ebraismo_giudaismo_sionismo_semi.htm), ed avevamo pubblicato i Protocolli in tutte le lingue (ancora sul sito madre ci sono http://www.terrasantalibera.org/search.html?qry=protocolli) e per questo siamo stati perseguitati sin in sede parlamentare, dove l’ex disonorevole Fiamma Nirenstein arrivó addirittuira a costituire una Commissione Parlamentare, che alla fine risultó con un nulla di fatto, perché in realtá la setta agita solo e sempre aria fritta. Ci costó solo qualche spicciolo in avvocati, amici, di una parcella condivisa tra noi, Blondet, e pochi altri coinvolti nella cospirazione talmudic-sionista.

      Questo é stato solo un breve repetita iuvant, per rinfrescare la memoria.

      Grazie di tutto e stacci sempre bene…
      TSL

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