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(di Maurizio Blondet, 29/11/2017) ~ Qualche giorno fa un giornale italiano, di quelli “di destra”, invitava Minniti ad adottare il metodo Netanyahu per liberarsi de migranti, profughi o clandestini africani. Sarei curioso di vedere se i media, i nostri partiti e l’Europa – che dico? L’ONU – manterrebbero il rispettoso silenzio che tributano ai metodi israeliani. Ne ha parlato Haaretz in un’inchiesta.
Secondo, Sion ha risolto il problema di rimandare questi disgraziati in Africa: non al loro paese, ma in Ruanda e Uganda. Netanyahu ha stretto un accordo con questi due paesi: i quali hanno accettato di “accogliere” , dietro pagamento – da parte di Israele – di 5 mila dollari a profugo. Gli eritrei beccati e detenuti lo fanno – come dubitarne? – su base volontaria, mica costretti. Semplicemente, i commissari ebraici addetti alla lotta contro l’immigrazione clandestina pongono ciascun prigionieri davanti al dilemma: o restare qui nel centro di detenzione per sempre (ce n’è uno enorme nel deserto del Negev a Holot) a godere della generosa ospitalità carceraria talmudica, o spiccare il volo per il Ruanda, dove (viene loro promesso) avranno un permesso di soggiorno e di lavoro.
“Appena arrivano all’aeroporto di Kigali in Ruanda”, racconta Birger, “gli espulsi si vedono confiscare la sola documentazione di cui dispongono, il lasciapassare che gli israeliani hanno consegnato loro all’imbarco. Li rinchiudono in certe camere d’albergo, poi li si informa che devono lasciare il paese al più presto. I ruandesi li affidano a trafficanti che, dietro pagamento di centinaia (talora migliaia) di dollari li trasferiscono in Uganda, poi li contrabbandano nel Sud Sudan, da lì in Sudan, e di là in Libia, dove- promettono- potranno tentare di raggiungere l’Europa”… … … Continue reading